venerdì 6 marzo 2015

LA FORMULA SEGRETA ALLA FESTA DELLA MATEMATICA 2015

Torino, 8 Gallery, Via Nizza 230, Interno cinema, sala 6, come 6 marzo 2015.
Prima dell'inizio delle conferenze

Sono circa le 10 ed è terminata la presentazione della Festa della Matematica. Brillantissimo il Dott. Tommaso Marino, per aver ben introdotto le due conferenze del mattino, gli sponsor e le gare del pomeriggio. Fra gli sponsor c'è una new entry: Pizza e Scienza, che aveva già fornito anticipazioni sull'evento. In sala è presente anche Gravità Zero, sulle cui pagine - alcuni giorni fa - è stata pubblicata un'intervista a Giovanni Filocamo, noto divulgatore scientifico, nonché relatore della seconda conferenza della mattina.

E' appena cominciata la prima "conferenza-spettacolo", con la voce narrante di Daniele Squassina e la chitarra di Maurizio Lovisetti. Il titolo è intrigante, "La formula segreta" e - nell'introduzione - viene posto il quesito: "Come si risolve un'equazione di terzo grado?"

Intorno a questa domanda si sviluppa - anche tramite immagini molto suggestive - una storia che ci mostra il lato umano della matematica. Tutto comincia in una tragica notte, quella fra il 18 e il 19 febbraio 1512, quando Brescia è sotto assedio e Niccolò Tartaglia si rifugia nel Duomo, pensando di essere al sicuro. Purtroppo in quella notte egli verrà ferito gravemente - anche alla bocca - e comincerà a balbettare (ed è questa l'origine del suo cognome).

L'equazione cubica senza termine di 2° grado.
Risolvibile con la formula di Tartaglia.
Superata quella notte, Tartaglia - in gran parte autodidatta - si mette a fare il maestro d'abaco, un antico mestiere che oggi potrebbe essere definito "consulente di matematica pratica (soprattutto per il commercio)". Mentre gira per l'Italia in cerca di incarichi professionali, la sua vita si intreccia con le disfide scientifiche e con matematici del calibro di Fra Luca Pacioli e Gerolamo Cardano.

La potenza di Tartaglia è palpabile nel momento in cui egli riesce a trovare una formula risolutiva per una determinata tipologia di equazioni di 3° grado: quelle a cui manca il termine di 2° grado.  Cardano, che era soprattutto un medico (peraltro con il vizio del gioco), vuole la formula, ma dopo tanto insistere ottiene solo una poesia, all'interno del quale è celata la formula. Ma non riesce ad estrarre la formula dalla poesia. Poi però trova un metodo per risolvere le equazioni di 4° grado, riducendole ad equazioni di terzo, del tipo di Tartaglia. E nel 1545 pubblica un libro, passato alla storia con il nome di "Ars Magna".
La formula di Tartaglia in versi

Non ci sono resoconti ufficiali sull'esito della disputa fra Tartaglia e Cardano. Ma - probabilmente - non vinse nessuno dei due. E' vero che Cardano conquistò una maggiore celebrità (rispetto a Tartaglia), ma è anche vero che passò gli ultimi anni della sua vita "in ritiro", a scrivere la sua autobiografia. E vide i suoi risparmi sparire a causa del figlio, anch'egli - come il padre - con il vizio del gioco.

Tartaglia tornò a Venezia a fare il maestro d'abaco, e morì sostanzialmente in povertà. Lasciò soltanto qualche capo di abbigliamento, come pantaloni e camicie e qualche lenzuolo. Tutte cose vecchissime.

Maddalena. Forse avvelenò Ludovico Ferrari

A vincere fu piuttosto Ludovico Ferrari, allievo di Cardano, ma non ebbe molti anni per godersi la gloria. Infatti - dopo alterne vicende - ritiratosi a vivere a Bologna con la sorella Maddalena, morì all'età di 43 anni, avvelenato. Probabilmente fu ucciso dalla sorella, che due settimane dopo il funerale, ereditò e si sposò. Ma poi venne abbandonata dal marito, che la lasciò in miseria.

Nella seconda conferenza della mattina, entra in scena Giovanni Filocamo, ma questa è un'altra storia. La trovate su Gravità Zero !!! E questo è un ottimo video sulla storia dell'algebra, realizzato da Leonardo Petrillo, curatore del Blog Scienza e Musica.





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